Hai bisogno di informazioni? Contattaci:
+39 080 698 66 60
info@cabtutela.it

Caro bollette, le nuove misure: tetto ai prezzi luce e gas, meno illuminazione pubblica, stretta sul riscaldamento

CAB - Centro Assistenza Bollette Bari > News > Notizie > Caro bollette, le nuove misure: tetto ai prezzi luce e gas, meno illuminazione pubblica, stretta sul riscaldamento

Caro bollette, le nuove misure: tetto ai prezzi luce e gas, meno illuminazione pubblica, stretta sul riscaldamento

Postato da: Francesca Emilio
Categoria: Notizie

Il presidente del Consiglio ha detto alla Camera che il governo è «al lavoro per limitare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materi prime sulle imprese e le famiglie, soprattutto le più vulnerabili». Lo stesso Mario Draghi ha riunito il Consiglio dei ministri negli scorsi giorni per un esame preliminare delle misure da prendere, che verranno concretamente adottate con un decreto legge, probabilmente la prossima settimana, anche alla luce delle decisioni che emergeranno dal vertice dei capi di Stato e di governo europei, oggi e domani a Versailles. Allo studio interventi per ridurre o azzerare gli aumenti delle bollette della luce e del gas, aggiungendo all’azzeramento degli oneri di sistema e all’Iva tagliata al 5% anche tetti al prezzo del kilowattora e del metro cubo di gas. Ci sarà inoltre una drastica semplificazione delle regole sull’impianto e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.

Sul fronte del caro-carburanti, si stanno valutando diverse ipotesi: i gestori delle pompe di rifornimento chiedono di abbassare l’Iva dal 22 al 5%; più realisticamente dalle forze di maggioranza arriva la proposta di sterilizzare l’Iva sui rincari mentre la Lega insiste per tagliare le molte accise che gonfiano il prezzo della benzina e del gasolio. Ci saranno poi provvedimenti per risparmiare energia elettrica e gas da riscaldamento: dalla riduzione dell’illuminazione pubblica, cominciando dai monumenti, al taglio di uno o due gradi della temperatura massima consentita per il riscaldamento nelle case e negli uffici, così come potrebbero essere ridotti gli orari massimi di apertura degli stessi impianti, in particolare nel Mezzogiorno dove l’inverno finisce prima.

Sul versante delle imprese, lo Stato, oltre a pagare una parte delle bollette di luce e gas (questo l’effetto pratico degli interventi allo studio) interverrà a sostegno delle forniture di materie prime. Potrebbero essere decisi dazi o autorizzazioni all’esportazione di ferro, rottami di ferro, rame, nichel, argilla, fertilizzanti e alcuni prodotti dell’agricoltura che, dopo la guerra, sono difficili da reperire. Allo studio anche la sospensione per un anno dell’obbligo previsto dalle normative europee di non coltivare almeno il 5% delle superfici (qui la richiesta avanzata da Confagricoltura). La messa in produzione delle terre a riposo consentirebbe di aumentare lo spazio coltivato di circa 200mila ettari.

Questo pacchetto di interventi ha un costo molto elevato, cui certamente non si potrebbe far fronte con i residui di bilancio (massimo 4-5 miliardi). Servono fonti di finanziamento aggiuntive. Per questo, come ha ricordato questa mattina la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, intervenendo a Radio24, il governo spinge affinché dal vertice di Versailles esca il via libera a nuovi eurobond per finanziare i sostegni all’economia necessari dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che sta danneggiando tutti i Paesi Ue. L’esecutivo preme inoltre affinché l’Europa riveda il Temporay framework consentendo maggiori interventi a favore delle imprese senza che questi siano considerati aiuti di Stato, almeno finché dura la crisi. Senza eurobond che, nonostante il pressing di Francia e Italia, non pare siano all’ordine del giorno del summit di Versailles, il governo sarebbe costretto a prendere in considerazione un nuovo «scostamento di bilancio», ovvero un aumento del deficit per sostenere famiglie e imprese.

Draghi alla Camera ha ricordato che, solo sull’energia, l’esecutivo ha impegnato finora 16 miliardi per interventi che dureranno fino alla fine di giugno: l’azzeramento degli oneri di sistema (che però pesano solo il 22% sulla bolletta della luce e il 4-5% su quella del gas), il taglio dell’Iva al 5% sul gas, il rafforzamento dei sussidi energetici per le famiglie a basso reddito; un credito d’imposta per le imprese energivore pari al 20% dell’incremento della bolletta elettrica del primo trimestre 2022. Ma lo stesso premier ha riconosciuto che, con la guerra in corso, «questo non è più sufficiente».

Articolo: Corriere.it