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Bollette luce e gas, in arrivo nuovo aumento entro fine anno

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Bollette luce e gas, in arrivo nuovo aumento entro fine anno

Postato da: Francesca Emilio
Categoria: Notizie

I rincari di luce e gas registrati ad inizio ottobre, in parte mitigati dagli interventi del governo Draghi per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre di quest’anno, potrebbero non essere un caso isolato. Sulle bollette c’è un (nuovo) allarme concreto, soprattutto perché al momento e all’orizzonte non c’è nessun calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Le oscillazioni dei prezzi verso l’alto, anzi, potrebbero portare ad ulteriori aumenti nel prossimo trimestre (gennaio-marzo 2022), almeno fino alla fine dell’inverno. La conferma arriva in queste ore da Arera, l’authority del settore che ha confermato il trend del rialzo dei prezzi energetici, prevedendo i primi cali solo da aprile 2022.

Cosa sta succedendo? “I dati disponibili confermano la tendenza a ulteriori rialzi dei prezzi dell’energia nell’immediato futuro; inoltre, le previsioni di medio periodo lasciano, ad oggi, intravedere un processo ancora lento di riallineamento verso prezzi più bassi, con prezzi del gas naturale superiori ai 40 euro al megawattora per tutto il 2022, per poi scendere verso i 30 euro al megawattora solo nel 2023”, ha detto il presidente di Arera, Stefano Besseghini, ascoltato in commissione Industria del Senato sul decreto legge bollette. Il gas naturale è il combustibile di riferimento per la produzione di energia elettrica in Italia. Ecco perché nel prossimo futuro c’è il rischio concreto di dover fare i conti con una nuova stangata sulle bollette di luce e gas a fine 2021.

Facciamo un passo indietro per chiarire la questione. La bolletta elettrica ha visto in un anno in Italia un aumento di circa 40 miliardi di euro. Nel quarto trimestre 2021 (ottobre-dicembre) è aumentata del 29,8% per la famiglia tipo in tutela, mentre quella del gas è cresciuta del 14,4%. “La straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici e le alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2 avrebbero portato ad un aumento superiore al 45% della bolletta dell’elettricità e di oltre il 30% di quella del gas”, aveva spiegato l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, comunicando gli aumenti scattati da venerdì 1° ottobre e gli interventi del governo per mitigarli.

Gli oltre tre miliardi di euro stanziati dal governo Draghi con il decreto legge 27 settembre 2021, n.130 (“Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale”), sono stati destinati al contenimento della bolletta delle famiglie e delle microimprese, allocando 2,5 miliardi di euro all’azzeramento degli oneri generali di sistema per l’ultimo trimestre del 2021 e 500 milioni circa al potenziamento dei bonus luce e gas, permettendo di annullare i rincari per le famiglie in difficoltà economica.

A questo si è aggiunta una riduzione al 5% dell’Iva per le bollette del gas, spiegava ancora l’Arera, che così aveva potuto confermare la riduzione degli oneri generali di sistema per il trimestre ottobre-dicembre prevista per la generalità dei clienti elettrici, azzerandoli inoltre per i clienti domestici e le piccole attività in bassa tensione. Anche la bolletta del gas, per l’ultimo trimestre del 2021, era stata resa meno pesante per la parte relativa agli oneri di sistema, anch’essi fortemente ridotti alla generalità delle utenze, grazie alle risorse straordinarie stanziate dal governo.

Ora, però, ci risiamo, con i prezzi dell’energia che non accennano a diminuire. E le risorse statali già stanziate potrebbero non essere sufficienti ad azzerare di nuovo gli oneri di sistema, introdotti nel tempo da specifici provvedimenti normativi e una delle voci di spesa in bolletta più discusse e consistenti. Si tratta di spese che vanno a finanziare attività di interesse generale per il sistema elettrico nazionale. Negli ultimi anni, gli oneri generali di sistema hanno rappresentato una quota crescente e sempre più significativa della spesa totale annua di energia elettrica degli utenti finali. L’Arera ha più volte insistito sulla necessità di una loro revisione che potrebbe passare dal trasferimento degli stessi nella fiscalità generale (qui per approfondire).

Il quadro è allarmante per l’economia delle famiglie e delle aziende italiane, che con il caro bolletta subiscono le conseguenze delle tensioni sui prezzi nel settore elettrico e del gas naturale. Se queste “tensioni” perdureranno per un tempo non brevissimo, almeno due trimestri secondo le previsioni dell’Arera, potrebbe essere necessario un ulteriore intervento del governo per attutire i rincari, strutturale e non transitorio come avvenuto finora. A far temere il peggio è la possibilità di ripristino degli oneri di sistema che erano stati azzerati dal governo a partire da ottobre, alla vigilia del rincaro delle bollette di luce e gas. Ma le nuove contromisure per bloccare o attenuare gli aumenti per i clienti finali, domestici e imprese, non sono al momento chiare.

Il presidente dell’Arera Stefano Besseghini ha infatti affermato che “in assenza di ulteriori nuovi interventi legislativi contro il caro bollette, Arera sarà tenuta per competenze e mandato istituzionale a riportare i corrispettivi delle componenti tariffarie a copertura degli oneri generali di sistema a livelli che assicurino il gettito annuo necessario per finanziare gli obiettivi di pubblico interesse identificati dal legislatore”. In altre parole, senza misure strutturali, gli aumenti degli oneri generali attualmente azzerati per i clienti domestici si sommeranno a quelli che riflettono, per il servizio di maggiore tutela, l’andamento dei prezzi all’ingrosso. L’authority del settore energetico sollecita lo Stato a destinare in modo strutturale fondi per oneri legati a obiettivi sociali e di politica industriale.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha assicurato l’impegno del governo contro l’ulteriore aumento delle bollette. In aula al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre, Draghi ha ricordato le recenti misure per la riduzione dei costi: “Misure immediate a cui dovranno seguirne altre di lungo periodo per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e prevenire un’eccessiva volatilità dei prezzi”, ha detto. A proposito delle misure già adottate dall’esecutivo, Draghi ha ricordato che “questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali. La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici, e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili – ha argomentato -. Il governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette. Lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema. Poche settimane fa siamo intervenuti ulteriormente, con più di tre miliardi, per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione”.

Cosa fare da qui in avanti? “Il 13 ottobre – ha ricordato Draghi – la Commissione ha pubblicato una comunicazione sul tema dell’aumento del costo dell’energia. Il documento descrive gli interventi emergenziali possibili per gestire la situazione attuale e ipotizza soluzioni per rendere le forniture più sicure e affidabili in futuro. Il governo italiano ha sollecitato la Commissione ad esplorare rapidamente l’opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria con misure di medio periodo. Questa strategia può essere utile per resistere meglio agli shock e sviluppare le capacità industriali di deposito. La Commissione presenterà una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre”, ha concluso il presidente del Consiglio.

Gli ulteriori due miliardi di euro che il governo stanzierebbe in manovra per attutire i nuovi rincari nel 2022, secondo quanto si legge nella tabella del Documento programmatico di bilancio discusso e approvato dal Consiglio dei ministri, dovrebbero confluire in un fondo ad hoc con l’obiettivo di “sostenere le famiglie e supportare la ripresa economica”. Ma potrebbe non bastare a mitigare la nuova escalation dei prezzi e l’andamento al rialzo del costo dell’energia. Servirebbero interventi strutturali, strategie nel lungo termine.

Articolo: Today.it