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Bollette: cosa succede ai prezzi e cosa aumenta nella nuova fattura della luce

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Bollette: cosa succede ai prezzi e cosa aumenta nella nuova fattura della luce

Postato da: Francesca Emilio
Categoria: Notizie

Nei prossimi tre mesi la luce costerà uguale, ma alcune voci in bolletta aumenteranno. L’Arera – l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – ha infatti previsto per gli utenti del mercato tutelato tariffe sostanzialmente invariate per i mesi di luglio, agosto e settembre 2023, rispetto al periodo aprile-giugno, con un piccolo incremento dello 0,4%. Nel dettaglio, l’autorità per l’energia guidata da Stefano Besseghini ha stimato gli importi per le famiglie che usufruiscono del mercato tutelato (mercato che cesserà il 10 gennaio 2024 anche per gli utenti domestici, per effetto delle decisioni del governo). Calcolando consumi medi di elettricità di 2.700 kilowattora l’anno e una potenza impegnata di 3 kilowatt, la tariffa per il periodo luglio-settembre sarà dunque di 23,85 centesimi di euro per KWh, tasse incluse, per il cliente tipo.

Cosa (e quanto) paghiamo e pagheremo in bolletta
La bolletta della luce, però, si compone di numerose voci, ciascuna con lievitazioni non necessariamente legate al bene primario: ciò che paghiamo in fattura, perciò, è il frutto di un bilanciamento tra aumenti e diminuzioni delle singole voci che la compongono. E da oggi, dal mese di luglio e fino a settembre, anche se le tariffe sull’elettricità resteranno sostanzialmente invariate, alcune voci che compaiono in fattura e determinano la spesa complessiva registreranno un incremento. Altre componenti rimarranno stabili, altre ancora diminuiranno. Cosa succede e perché? Non è una questione futile: serve a capire, anzi, cosa paghiamo in bolletta, come si arriva alla cifra finale e perché lo paghiamo. Facciamo chiarezza, cercando di capire quali saranno gli effetti pratici nella bolletta elettrica.

Per quanto riguarda le voci in bolletta destinate a salire nel terzo trimestre del 2023, in primis è prevista una crescita del 2% rispetto al secondo trimestre dell’anno per i costi di approvvigionamento dell’energia, che arriveranno a 11,84 centesimi di euro per kilowattora. Il prezzo per il quale il “bene elettricità” viene commercializzato, invece, resterà stabile a 2,16 centesimi sulla tariffa media. Invariata resta anche la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, che si attesta a 3,99 centesimi di euro.

Secondo la previsione di Arera, poi, il terzo trimestre segnerà una diminuzione degli oneri di sistema, quelli che servono a finanziare attività di interesse generale per il “sistema energia”. Il calo stimato sarà del 4,6%, fermandosi a 2,89 centesimi per KWh. A pesare maggiormente sul finanziamento delle attività di interesse generale per il sistema si confermano gli incentivi per le energie rinnovabili (67,55%) e le detrazioni per le imprese energivore (19,12%). Si tratta di due voci che in bolletta costituiscono la cosiddetta componente tariffaria “Asos”. Poi ci sono gli oneri che rappresentano la componente tariffaria chiamata “Arim”, tra cui ci sono i fondi per finanziare il bonus elettrico per le famiglie in difficoltà, equiparati dall’ultimo provvedimento del governo a quelli del gas. Quest’ultima componente pesa complessivamente per il 13,33% degli oneri generali.

L’ultima voce in fattura è quella delle imposte: vale il 12,5% della bolletta elettrica. L’autorità per l’energia prevede per i prossimi tre mesi un peso invariato delle imposte come Iva e accise sulla bolletta della luce: si fermeranno a 2,97 centesimi di euro. In sintesi e in maniera schematica, dunque, tralasciando la componente tariffaria degli oneri di sistema, dal 1° luglio 2023 il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 23,85 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse, così suddiviso:

Spesa per la materia energia:

  • 11,84 centesimi di euro (49,6% del totale della bolletta) per i costi di approvvigionamento dell’energia, in aumento del 2% rispetto al secondo trimestre 2023;
    2,16 centesimi di euro (9,1% del totale della bolletta) per la commercializzazione al dettaglio, invariato rispetto al secondo trimestre 2023.
    Spesa per il trasporto e la gestione del contatore:
  • 3,99 centesimi di euro (16,7% del totale della bolletta) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della trasmissione e distribuzione, qualità; invariato rispetto al secondo trimestre 2023.
    Spesa per oneri di sistema:
  • 2,89 centesimi di euro (12,1% del totale della bolletta) per la spesa per oneri di sistema, in riduzione del 4,6% rispetto al secondo trimestre 2023.
    Imposte:
  • 2,97 centesimi di euro (12,5% del totale della bolletta) per le imposte che comprendono l’Iva e le accise.

Quali conclusioni possiamo trarre? In generale il costo della luce è (ancora) in crescita. Per il periodo ottobre 2022-settembre 2023 la fattura dell’elettricità è destinata a salire del 7,3% rispetto a dodici mesi fa, raggiungendo i 1.150 euro a famiglia. Questo perché la dinamica dei prezzi all’ingrosso nell’ultimo anno e il loro mantenersi comunque su livelli elevati si riflette ancora sulla spesa complessiva per la bolletta elettrica. In quest’ottica può essere importante il supporto fornito dai bonus sociali elettricità e gas che, per il settimo trimestre consecutivo, consentiranno alle famiglie ammesse a questo strumento di protezione di sostenere la propria spesa energetica e compensare in misura significativa gli aumenti registrati rispetto ai livelli di spesa di metà 2021. Nel complesso, per queste misure sono stati stanziati dal governo 110 milioni di euro. Vediamole nel dettaglio, con le cifre, le soglie Isee e i requisiti necessari per avere i bonus.

Partiamo dal bonus elettrico. Si tratta di un’agevolazione per i nuclei familiari con un indicatore Isee non superiore a 9.530 euro, o con almeno 4 figli a carico (e Isee non superiore a 30mila euro), o nucleo familiare titolare di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza. Nel trimestre luglio-settembre 2023 i valori dell’assegno, che comprende anche la cosiddetta “compensazione integrativa temporanea”, sono questi: per nuclei di 1-2 componenti il bonus è di 120,45 euro e 20,24 per l’integrazione; per nuclei di 3-4 componenti è 149,65 e 23,92 euro. Per famiglie sopra i 4 componenti il bonus è invece 167,9 più 24,84 euro (in totale 192,74 euro, quindi).

Per i nuclei familiari con un Isee compreso tra 9.530 e 15mila euro, il bonus viene riconosciuto ma in misura ridotta, ovvero l’80% rispetto al bonus ordinario: quindi per nuclei di 1-2 componenti il valore del bonus ordinario e della compensazione integrativa temporanea è di 96,36 euro più 16,19 euro di integrazione; per i nuclei di 3-4 componenti si scende a 119,72 e 19,14 euro. Per le famiglie sopra i 4 componenti si ha diritto a 134,32 e 19,87 euro.

Per quanto riguarda invece il bonus gas, oltre al numero dei componenti del nucleo familiare per l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente), si deve considerare anche la categoria d’uso della fornitura agevolata e la zona climatica in cui è ubicata la fornitura. Gli importi sono maggiori nelle zone più fredde. Per le famiglie fino a 4 componenti, per l’acqua calda sanitaria e/o uso cottura, l’assegno vale 39,32 euro a prescindere dalla zona climatica. Per il riscaldamento si va da 43,8 euro per la zona A/B a 98,55 euro per la zona F. Se i due utilizzi sono associati, l’importo varia da 73 euro per la zona A/B a 127,75 euro per la zona F. Per le famiglie sopra i 4 componenti, l’assegno base (acqua sanitaria e/o uso cottura) è di a 36,5 euro (più 13,8 euro di integrazione). Per il riscaldamento, si va da 43,8 euro (zona A/B) a 131,4 euro (zona F); per l’uso associato, gli importi variano da 88,3 euro (zona A/B) a 167,9 euro (zona F).

Come avere queste agevolazioni? L’erogazione è diventata automatica dal 2021. Per averla basta presentare la dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) ogni anno e dotarsi di un’attestazione Isee che sia sotto la soglia di accesso ai bonus. E risultare eventualmente titolari di reddito o pensione di cittadinanza. Per il bonus legato a situazioni di disagio fisico resta invece necessario fare domanda. Questo sconto in bolletta spetta ai clienti domestici affetti da una grave malattia o con una fornitura elettrica in abitazioni dove vive un soggetto affetto da una grave malattia, che richiede l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali per il mantenimento in vita.

Articolo: Today.it