In tutto otto articoli per un valore di 5,8 miliardi di euro. Il governo torna a intervenire con un pacchetto di misure urgenti per ridurre gli aumenti delle bollette di luce e gas. L’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le utenze industriali vale 3 miliardi. Una norma stabilisce, inoltre, la riduzione dell’Iva al 5% sul gas di famiglie e imprese (la misura vale 591 milioni). Poi c’è l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze gas (480 milioni), il bonus sociale per le famiglie di 500 milioni e altri 1,2 miliardi sotto forma di crediti di imposta per le aziende energivore. Il decreto istituisce inoltre un Fondo da un miliardo per il settore fortemente in crisi dell’automotive. Il Consiglio dei ministri ieri ha poi approvato anche le misure contro le frodi sui bonus edilizi: torna la cessione del credito fiscale ma con molti limiti.
Lo schema del decreto Energia ricalca le misure adottate nei primi tre mesi del 2022. Così anche per il secondo trimestre il governo ha scelto di intervenire in favore della famiglie con un pacchetto di norme ad hoc. Il primo intervento riconfermato è l’azzeramento degli oneri di sistema sia dalle bollette del gas sia dalle bollette della luce. A beneficiare della cancellazione della spesa relativa agli oneri di sistema, nel caso delle bollette elettriche, saranno 29 milioni di utenze domestiche. Per le famiglie è inoltre previsto il taglio dell’Iva al 5% sulle utenze del gas. Nel decreto approvato ieri dal consiglio dei Ministri figura inoltre una misura specifica per le famiglie economicamente svantaggiate e per i clienti domestici in gravi condizioni di salute. In particolare il provvedimento prevede un’agevolazione relativa alle tariffe per la fornitura di energia elettrica con l’obiettivo di «minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura». Lo stanziamento per questo intervento è di 500 milioni di euro.
Per raffreddare i rincari delle bollette delle imprese il governo replica gli interventi già sperimentati negli ultimi mesi. Sia per le piccole attività come negozi, botteghe e laboratori artigianali, con utenze elettriche di potenza inferiore ai 16,5 Kw, sia per le utenze superiori ai 16,5 Kw è previsto l’azzeramento degli oneri di sistema. Così come le famiglie anche le imprese vedranno, nel corso del secondo trimestre, ridursi l’aliquota Iva al 5% nella bolletta del gas. Sempre in ambito di utenze relative al gas per le attività produttive stabilito l’azzeramento degli oneri di sistema. La novità rispetto ai decreti precedenti è, invece, la possibilità per i cosiddetti energivori di beneficiare di uno sconto, sotto forma di credito di imposta, pari al 20% delle spese sostenute per l’energia acquistata nel secondo trimestre (la misura vale 700 milioni). Per i consumi di metano è introdotto un credito di imposta pari al 15% di quanto speso per l’acquisto di gas naturale (la misura vale 522 milioni).
Oltre alle misure per fare fronte all’emergenza il decreto prevede in materia di energia una serie di interventi strutturali. A partire da una serie di semplificazioni per l’installazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, in particolare quelli fotovoltaici. Tra le novità figura «l’estensione del modello unico semplificato» per gli impianti di potenza superiore a 50 kW e fino a 200 kW, la regolamentazione dello sviluppo del fotovoltaico in area agricola, la razionalizzazione delle procedure autorizzative per gli impianti offshore e semplificazioni per impianti a sonde geotermiche a circuito chiuso. Poi, come prospettato nelle settimane scorse, è previsto di aumentare la produzione nazionale di gas (l’obiettivo è passare dagli attuali 3,2 miliardi metri cubi annui ad almeno 5 miliardi). È stabilito, inoltre, di portare le capacità di «stoccaggio nazionali disponibili» a un livello di riempimento di almeno il 90% «per aumentare la sicurezza delle forniture».
Per quanto riguarda il bonus casa, torna la cessione del credito sul Superbonus 110% e sugli altri bonus edilizi. L’articolo 1 del decreto per il contrasto alle frodi in materia edilizia ripristina la cessione dei crediti tolta dal decreto Sostegni ter che preoccupava imprese e consumatori bloccando il lavoro in molti cantieri. Ma ci sono dei paletti: il credito fiscale potrà essere ceduto al massimo 2 volte (oltre alla cessione del primo richiedente) «solo se a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo» o «società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all’albo». Non solo. Il credito è cedibile «solo per intero, senza facoltà di successiva cessione ad altri soggetti». Le nuove disposizioni si applicano alle cessioni inviate all’Agenzia delle entrate dal primo maggio 2022. A causa dello stop, banche e istituti finanziari avevano bloccato le loro piattaforme per l’acquisizione dei crediti, Poste e Cdp sono stati i primi a farlo in attesa di un chiarimento. Ieri, appena approvato il decreto, Banco Bpm ha riattivato la piattaforma.
Per combattere eventuali truffe, ad ogni credito è attribuito un codice identificativo univoco che va sempre indicato nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni. Nel decreto contro le frodi è stata inserita anche la norma voluta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando per obbligare le imprese che vogliono accedere all’incentivo ad applicare ai lavoratori il contratto nazionale. Non potranno quindi essere richieste le agevolazioni fiscali per quei lavori edili «eseguiti dai datori di lavoro che non applicano i contratti collettivi del settore edile, nazionale e territoriali» che devono essere «indicati nell’atto di affidamento dei lavori e riportati nelle fatture». Le verifiche saranno fatte dall’Agenzia delle entrate con Inail, Inps e Casse edili. La norma però non è retroattiva e non si applica ai lavori già avviati. Sono previste anche sanzioni fino a 100.000 euro e reclusione fino a 5 anni per il tecnico abilitato che nelle asseverazioni dichiara il falso o omette delle informazioni.
Infine, il decreto Bollette istituisce anche un Fondo da 1 miliardo di euro all’anno per 8 anni per «favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive, nonché per il riconoscimento di incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti». Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha anche annunciato presto «un decreto per l’incentivo ad acquistare vetture ecologiche, non solo elettriche ma anche ibride: è in gioco una parte importante della ricchezza e della forza lavoro di questo Paese, è un settore che non possiamo abbandonare». Vengono poi prorogati al 30 giugno 2022 i prestiti garantiti dallo Stato per le imprese che hanno bisogno di liquidità per sostenerle a fronteggiare il caro energia. Risorse arrivano anche agli Enti locali con un contributo straordinario di 250 milioni per le spese dell’emergenza Covid: 200 milioni sono per i comuni e 50 milioni per le città metropolitane e le province.
Articolo: Corriere.it