L’obsolescenza programmata costa ai consumatori italiani la bellezza di 10 miliardi di euro all’anno, e la media di vita di un elettrodomestico si è sensibilmente ridotta rispetto agli anni ’70. Lo afferma il Codacons, commentando le dichiarazioni del presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, in audizione alla commissione Industria del Senato sul ddl per il contrasto all’obsolescenza dei beni di consumo. L’obsolescenza programmata indica le tecniche che le aziende produttrici utilizzano per ridurre ad arte il ciclo di vita di un prodotto.
“Oramai è stato appurato, senza ombra di dubbio, che grandi e piccoli elettrodomestici sono costruiti per durare meno nel tempo, così da spingere i consumatori ad acquistare con maggiore frequenza nuovi modelli – sostiene il Codacons in una nota – Rispetto al passato, quando la vita media di una lavatrice o di un frigorifero era di 20 anni, oggi la durata di utilizzo di un grande elettrodomestico è scesa tra i 5 e gli 8 anni. Questo perché i prodotti escono dalla fabbrica predisposti per manifestare difetti dopo alcuni anni di vita, quando non è più in vigore la garanzia e la loro riparazione non risulta conveniente”.
Una strategia che – continua il Codacons – costringe gli utenti ad acquistare nuovi e più costosi modelli sul mercato, con una spesa stimata in 10 miliardi di euro l’anno per i consumatori italiani.
“Per tale motivo il Codacons chiede al Parlamento e alle Autorità europee di attivarsi per estendere la garanzia sui beni di consumo, portandola a 5 anni per i piccoli elettrodomestici e a 10 anni per i grandi elettrodomestici, in modo da combattere efficacemente l’illegittima pratica dell’obsolescenza programmata”.
Articolo a cura di: calabriapost.net
Foto a cura di: bfdfarina.it