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Bollette, perché i prezzi di gas ed elettricità in Italia sono tra i più cari d’Europa

Postato da: Francesca Emilio
Categoria: Uncategorized

Lo scorso anno sono state 4,5 milioni le famiglie di italiani che hanno avuto la possibilità di accedere ai bonus previsti per l’energia, contando sia quelli per l’elettricità (2,8 milioni) che per il gas (1,7 milioni). L’importo totale erogato per le agevolazioni ha raggiunto i 360 milioni di euro per i bonus elettrici e i 93 milioni di euro per quelli per il gas, superando quindi i 450 milioni di euro.

A tracciare un quadro della situazione è stata Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, nella relazione annuale sul 2024 presentata al governo e al Parlamento. Il presidente Stefano Besseghini ha lanciato però anche un allarme alla politica: l’Italia continua a essere uno dei Paesi in cui l’energia costa di più, soprattutto guardando al confronto con il resto dell’Europa.

Quello che devi sapere
Italia seconda solo a Germania per costo dell’elettricità
Secondo i dati raccolti da Arera, a livello di prezzi lordi – contando quindi anche oneri e imposte – per l’elettricità sopra l’Italia c’è solo la Germania, a quota 41,13 centesimi di euro per kilowattora (dove però, va detto, gli stipendi sono in media più alti e le condizioni di vita della popolazione migliori). Da noi si pagano 35,70 centesimi/kWh, in Francia 28,03 centesimi e in Spagna 26,26 centesimi. Insomma: i prezzi finali pagati dalle famiglie italiane continuano a essere penalizzati da prelievi di vario tipo il cui incremento del 28% (da 7,66 a 9,78 cent a kWh) ha di fatto annullato i potenziali risparmi dal calo della componente energia, con un peso del Fisco che ancora una volta risulta essere il più elevato, anche in questo campo.

Per approfondire: Sconto sulle bollette della luce, attivi gli sportelli di consulenza. Ecco dove

Anche il gas costa più che nel resto d’Europa
Il quadro non migliora guardando al gas: nel 2024 il prezzo medio comprensivo di imposte e oneri per i consumatori domestici è salito del 15,1%, raggiungendo i 13,1 centesimi di euro al kWh, con tariffe superiori del 5,3% rispetto alla media dell’area euro. Anche in questo caso l’aumento del prezzo totale per i consumatori è sostanzialmente riconducibile a due fattori: la crescita dei costi di rete, passati da 2,6 a 3 centesimi al kWh, e soprattutto quella della componente fiscale, salita da 0 a 3,2 cent

Perché in Italia l’energia costa così tanto?
Come spiega l’Arera, oltre all’enorme pressione fiscale, in Italia si paga anche la mancanza di diversificazione di fonti energetiche. Siamo ancora troppo legati a una “materia prima di importazione costosa e spesso esposta a imprevedibili sollecitazioni esogene”, che non sarebbe altro che il gas

Gli italiani preferiscono prezzo fisso in bolletta
Tenendo a mente tutto ciò, non sorprende rilevare che oltre la metà degli italiani preferisce il prezzo fisso della luce in bolletta, così da evitare quantomeno sorprese in fattura. Nel 2024, il 54,8% dei clienti domestici ha infatti sottoscritto un contratto nel mercato libero a prezzo fisso, mentre il 45,2% ha scelto uno a prezzo variabile. Ma in ogni caso non sembra facile rimanere davvero soddisfatti della propria offerta: nel 2024 il 23,8% dei clienti domestici ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso dell’anno, nel 2023 il tasso era stato del 18,9%

Nuovi rincari in arrivo dovuti sempre agli oneri
Adesso all’orizzonte ci sono nuovi rischi di rincaro delle bollette elettriche, a causa degli oneri che i concessionari della distribuzione di energia elettrica dovranno versare allo Stato per il rinnovo delle concessioni stesse. L’Arera lo ha detto chiaramente al Parlamento: “La legge di Bilancio 2025 ha previsto che, con decreto del Mase di concerto con Mef, su proposta dell’Autorità, siano definiti termini e modalità per la presentazione da parte dei concessionari del servizio di distribuzione dell’energia elettrica di piani straordinari di investimento pluriennale, dettagliando specifici obblighi minimi che gli investimenti devono perseguire e criteri per la determinazione degli ‘oneri che i concessionari del servizio di distribuzione dell’energia elettrica sono tenuti a versare in ragione della rimodulazione’ della durata delle concessioni. In particolare, i concessionari del servizio di distribuzione sono tenuti a versare al governo degli oneri in ragione della rimodulazione della durata della concessione. Questo rappresenta una sostanziale novità rispetto alla natura a titolo gratuito delle concessioni vigenti”. Si ricorda che “la norma prevede inoltre che l’onere di rimodulazione venga trasferito in bolletta e che sia soggetto alla remunerazione propria degli investimenti infrastrutturali con ulteriore aggravio per i consumatori”

La stoccata dell’Arera alla politica
Di fatto, secondo Arera, quello che potrebbe succedere non sarebbe nemmeno conforme a normativa. L’Autorità, ha avvertito Besseghini, “ritiene che questa previsione si ponga in contrasto con i principi generali di tariffazione basata sui costi efficienti del servizio e che, a tutela degli interessi di utenti e consumatori, risulti dunque opportuno minimizzare, se non annullare, l’impatto dell’onere di rimodulazione in bolletta”.

Articolo: tgsky24.it