Quanto costano in Italia luce e gas rispetto agli altri Paesi europei? Stando all’ultimo report pubblicato da Arera, per quanto riguarda l’elettricità il prezzo di una delle classi di consumo più rappresentative (tra 1.000 e 2.500 kWh/a) è stato nel 2019 del 5% inferiore rispetto a quello dell’area euro. Se è vero che gli italiani pagano di meno, va però rimarcato il fatto che rispetto al 2018 il “risparmio” si è assottigliato di ben cinque punti. Per la classe di consumo tra 2.500 e 5.000 kWh/a lo scarto tra Italia e area euro è invece passato da -5% a +2%, un trend di crescita di cui, spiega Arera, “sarà importante verificare andamento e ragioni”. Le due classi sono quelle dove si concentrano i maggiori consumi nel nostro Paese, coprendo in un caso il 39% e nell’altro il 41% del totale dell’energia elettrica fatturata al settore domestico nel 2019.
Aumenta il costo dell’energia per chi consuma di meno
Come mostra il grafico in basso, è invece aumentato sensibilmente il costo dell’energia per la classe di consumo più bassa (sotto i 1000 kWh/a). La prima classe di consumo, spiega Arera, appare però “fortemente influenzata nel 2019 da due congiunture: da un lato, dall’introduzione della nuova metodologia di rilevazione dei prezzi, dall’altro, dalle massicce politiche di conguagli operati da parte delle imprese”, in seguito alla legge che ha introdotto la prescrizione biennale per i conguagli. In sostanza il sospetto è che i conguagli, ancorché diminuire, siano aumentati di numero, almeno per i clienti a basso consumo. In generale comunuque non ci sono buone notizie. Nel 2019 i prezzi al lordo delle imposte e degli oneri sono aumentati in tutta Europa, con rincari del 2-3%. In Italia gli aumenti sono stati meno contenuti (nell’ordine del 9-10%).
In aumento anche gli oneri di sistema
“A questo fenomeno- scrive Arera – si accompagnano incrementi molto più sostenuti, nel nostro Paese, della componente oneri e imposte. In termini di variazione dell’incidenza fiscale rispetto al 2018, si riscontrano comunque incrementi leggermente più contenuti in Italia” (dal +9,9% al +5,1% nelle due classi intermedie, contro valori da +10,3% al +4,5% nell’Area euro). Insomma, in Italia gli oneri sono cresciuti meno che nel resto d’Europa, ma l’incremento è stato piuttosto sensibile. Tra i principali paesi europei, la Germania si conferma il paese con i prezzi più alti, con i prezzi più alti per i clienti domestici di energia elettrica per tutte le classi, esclusa la prima con consumi sotto i 1.000 kWh/a, dove più cari sono i prezzi di Spagna e Italia.
Mercato libero vs tutelato
Altro aspetto da sottolineare è che stando ai dati di Arera a livello di prezzi il mercato tutelato consente di risparmiare. Nel 2019 il prezzo medio dell’energia elettrica al netto delle imposte, praticato dalle imprese di vendita ai clienti domestici, è stato pari a 21,50 c€/kWh nel servizio di maggior tutela e a 24,21c€/kWh nel mercato libero. Il differenziale tra i due mercati, in parte spiegabile con ampie differenze nelle tipologie di contratti disponibili sui due mercati, è risultato quindi di 2,7 centesimi di euro, che scende a 2,6 centesimi se si guarda alla sola componente di costo per la materia energia. Altra nota dolente. Il costo dell’energia per le imprese che mostra un peggioramento per tutte le sei classi di riferimento.
Bollette del gas, in Italia prezzi più alti della media
E le bollette del gas? Anche in questo caso non ci sono buone notizie, Nel 2019 i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo. Per la prima volta, infatti, anche la prima classe di consumo (meno di 525,36 m3/a) ha conosciuto un differenziale positivo, passando dal -1% del 2018 al +7%. In passato, questa era sempre risultata più conveniente sia al lordo, sia al netto delle imposte, anche se per differenziali negativi contenuti. Guardando al confronto con i principali paesi europei, il prezzo italiano per la classe di consumo più bassa, comprensivo delle imposte è inferiore solo a quello francese. Per la seconda classe, invece, il prezzo italiano è sceso sotto a quello spagnolo. Nella classe a maggiori consumi l’Italia mantiene il prezzo più elevato (80,04 c€/m3 ) rispetto a tutti gli altri principali paesi.
Articolo: Today.it