I vincoli alla concorrenza “in molti settori creano rendite di posizione e limitano l’accesso di nuovi operatori, comprimendo l’innovazione, la produttività e l’occupazione”. Ecco perché “dobbiamo aprire l’economia alla concorrenza e offrire a tutti l’opportunità di valorizzare i propri talenti”. Le parole di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, nelle sue considerazioni finali che accompagnano la relazione annuale 2023 di Bankitalia e sono una fotografia dello stato salute della nostra economia, lanciano fra le righe un appello a una maggiore apertura alla libera concorrenza che non può escludere un settore strategico per il sistema Paese come quello energetico.
Non a caso, la fine Maggior Tutela gas a gennaio 2024 e l’imminente fine Tutela luce il prossimo 1° luglio 2024 sono due cambiamenti cruciali e decisivi per favorire lo sviluppo del Mercato Libero in Italia nel comparto dell’energia. Un passaggio che per i consumatori si traduce nella possibilità di rompere il monopolio tariffario e di scegliere il fornitore che si ritiene più conveniente al fine di alleggerire le bollette luce e gas. Anche perché, secondo alcune recenti rilevazioni, i prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso in Italia sono i più alti d’Europa, complice la dipendenza ancora troppo elevata dal gas naturale.
Come sostiene sul “Corriere della Sera”, Massimo Beccarello, professore associato di economia dei settori produttivi all’Università Milano-Bicocca, l’Italia indossa la maglia nera in Europa per i prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso. La sua analisi fa riferimento al periodo compreso tra gennaio e maggio 2024: prendendo come esempio il prezzo ad aprile 2024, l’energia elettrica all’ingrosso in Italia è costata 87 €/MWh, contro i 62 €/MWh in Germania, i 49 €/MWh nell’area scandinava, i 28 €/MWh in Francia e i 14 €/MWh in Spagna.
Tra le ragioni che spingono all’insù le tariffe dell’energia sul mercato elettrico italiano c’è la forte incidenza che il gas naturale ha ancora sulla produzione dell’elettricità. Il risultato? I prezzi dell’energia elettrica sono influenzati dalle altalene di prezzo che questo combustibile fossile ha al TTF di Amsterdam, il principale hub di compravendita del gas all’ingrosso in Europa e che influenza direttamente l’andamento dell’indice PSV italiano.
Secondo i grafici elaborati dal sito web di statistica “Our World Data”, il 45,07% dell’elettricità prodotta in Italia nel 2023 ha avuto come origine il gas naturale. Una quota molto elevata rispetto al 19% della media europea. Guardando ai singoli Paesi, la percentuale è stata: del 23,44% in Spagna; del 15,06% in Germania; del 6,11% in Francia.
Proprio la Spagna ha adottato un modello che potrebbe fare scuola anche in Italia. Perché nel Paese iberico si è schiacciato l’acceleratore sulle fonti rinnovabili che, nel 2023, hanno contribuito per il 47,9% alla produzione di energia elettrica (fonte “Our World Data”). Al contrario, l’apporto delle fonti pulite alla produzione di elettricità green in Italia si è fermato al 37,9%.
Il maggior contributo delle fonti green nel mix energetico spagnolo ha avuto, tra i suoi effetti, anche un minor prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso. Infatti, a maggio 2024, secondo il professor Beccarello, l’energia elettrica è costata 37 €/MWh in Spagna, contro i 94,88 €/MWh in Italia.
Articolo: sostariffe.it