Molti consumatori si ritrovano a fronteggiare dei notevoli aumenti in bolletta, al netto di una riduzione del costo dell’energia. Sono svariate le motivazioni possibili dietro questo effetto sorprendente che, a ogni modo, richiede un rapido intervento da parte dell’utente.
Un calcolo elementare vorrebbe che a una riduzione del costo dell’energia di circa il 30% corrispondano delle variazioni, al ribasso, in bolletta. La diminuzione indicata ha riguardato i primi due mesi del 2024, eppure molti consumatori lamentano una condizione peggiorata. Ciò si traduce in bollette di luce e gas dal costo maggiorato rispetto al periodo precedente, che presentava un costo dell’energia superiore.
I motivi possono essere svariati, come indicato da Selectra, servizio che confronta offerta di luce, gas e internet. Se da una parte si fa riferimento alle abitudini dei consumatori, così come a problematiche con elettrodomestici danneggiati e, dunque, potenzialmente energivori, dall’altra si parla di imposte e offerte scadute: “Un’analisi attenta della bolletta può aiutare a capire la causa dell’aumento e a ragionare se è il caso di valutare una nuova offerta”. Queste le parole della Responsabile Energia, Flavia Masci.
Prima di puntare il dito, ritenendo d’aver subito un torto, occorre analizzare attentamente i propri consumi. Ciò passa dalla lettura delle proprie bollette, le più recenti e quelle precedenti, così da operare un raffronto accurato. Potrebbero essere mutate le abitudini quotidiane, con un maggior tempo trascorso in casa che ha avuto un impatto sui consumi (maggiore di quanto preventivato).
Si pensi ad esempio a chi ha la possibilità di lavorare in smart working. Senza dubbio le sue bollette saranno maggiorate da tale condizione. Una spesa necessaria, compensata dall’assenza dei costi di spostamento verso e dall’ufficio. Tra i maggiori responsabili delle bollette care troviamo gli impianti di riscaldamento. Hanno però un peso anche delle particolari preparazioni in cucina o delle docce eccessivamente calde e prolungate.
Ripercorrere i propri passi per adeguare la bolletta è di fatto la soluzione più semplice al problema più ovvio. Le possibili motivazioni sono però svariate. Si potrebbe avere in casa un elettrodomestico datato o danneggiato, il cui stato influisce enormemente sui consumi, pur non beneficiando di particolari vantaggi. Dalla riparazione alla sostituzione (optando per una scala energetica alta, da G ad A), un intervento è necessario. Si ricorda, inoltre, che una spesa iniziale maggiorata, dettata dalla classe energetica, sarà recuperata proprio in bolletta, nel corso degli anni. Si evidenzia infatti un aumento del 25% dei consumi per ogni gradino in meno di tale fascia.
Limitarsi a leggere l’importo totale, senza analizzare la bolletta, può inoltre portare a ignorare un ipotetico conguaglio. Non è da escludere che nel precedente addebito sia stata pagata una cifra corrispondente a un consumo stimato e non effettivo. A volte il conguaglio presenta un vantaggio per il consumatore, ma non è da escludere un riallineamento dei costi gravoso per le sue tasche. Sotto quest’aspetto, una sana abitudine è quella dell’auto lettura.
Per quanto riguarda lo specifico caso delle bollette del gas, occorre tener conto che dal 1° gennaio 2024 l’IVA sulle fatture per tale fornitura è tornata “ordinaria”. Ciò si traduce in un carico del 10% per gli usi civili (entro i 480 Smc annui) e del 22% per gli altri casi. Il doppio rispetto a quanto garantito dalla Legge di Bilancio 2022, che aveva abbassato l’aliquota al 5%. Una misura non rinnovata nella Manovra 2024 del governo di Giorgia Meloni.
Come detto, però, tutto è presente in bolletta. Questa non dovrebbe spaventare, nonostante gli svariati fogli e le tante diciture differenti. Occorre verificare se la propria offerta sottoscritta, a costi vantaggiosi, sia ancora in vigore. Al tempo stesso, ci si dovrebbe informare in merito a quelli che sono i termini di rinnovo. Nel 2024 tante famiglie si sono ritrovate a fare i conti con contratti a prezzi fisso rinnovati a tariffe superiori, non di poco. Il tutto dopo aver ricevuto un sostegno enorme da tale sistema durante la crisi dei prezzi legata alla guerra scatenata in Ucraina dalla Russia di Putin.
Occorre inoltre tenere sotto controllo il periodo di fatturazione. Potrebbe essere cambiato e la cifra elevata far riferimento a due o tre mesi. Al tempo stesso, però, chi ha operato un cambio operatore potrebbe ritrovarsi con un doppio addebito. Un errore di comunicazione rischia di attivare una fatturazione sia da parte del vecchio fornitore che del nuovo. Occorre in questi casi richiedere un rimborso, qualora la cifra venga sottratta automaticamente dal conto. In caso contrario, basterà contattare il centro assistenza per chiarire la propria posizione.
Articolo: QuiFinanza.it