L’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) si prepara: sono pronte le prime modalità del servizio di salvaguardia
Finirà il primo luglio 2020 il servizio di maggior tutela di elettricità e gas, vale a dire quello fornito alle famiglie e alle imprese che non hanno scelto il mercato libero, ma tanti sono i clienti che non hanno optato, e presumibilmente non lo faranno nei prossimi nove mesi, per un’offerta libera. Il 54% delle famiglie e 42% delle imprese rischiano di trovarsi così, da un giorno all’altro, senza fornitore.
Per evitare uno scenario del genere la legge prevede l’attivazione di un servizio di salvaguardia, grazie a cui luce e gas non vengano a mancare neanche ai più pigri nella scelta. Le modalità di erogazione sono state messe a punto dall’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) in un documento posto in consultazione fino a fine ottobre. Il testo, che è solo il primo di una serie, prevede un meccanismo di aste: in sostanza i contatori di famiglie e imprese che non avranno scelto verranno messi all’asta per una durata, almeno nel primo periodo, di tre anni. Alle gare potranno partecipare operatori solidi e, agendo anche sulla leva del prezzo, si cercherà di spingere i più riottosi a optare per il mercato libero.
L’Arera ha messo a punto il documento in base alla Legge sulla concorrenza dell’agosto del 2017, che prevedeva la fine del mercato di maggior tutela il primo luglio 2019, poi slittata al primo luglio 2020. In realtà il quadro normativo non è ancora completo, visto che mancano i decreti che disciplinano il passaggio, ma intanto l’Arera ha svolto il proprio compito e ha stabilito le modalità con cui verrà fornito il cosiddetto servizio di salvaguardia. L’obiettivo, si legge nel documento, è “favorire una transizione graduale da un regime di tutela di prezzo a un servizio di ultima istanza finalizzato alla sola garanzia di continuità della fornitura”, ma anche “minimizzare le possibili interferenze con il mercato libero, sia creando incentivi all’uscita dal servizio, sia attraverso l’applicazione al cliente di condizioni economiche di fornitura inidonee a spiazzare la concorrenza delle offerte proposte nel mercato libero”.
Nello specifico, si legge nella nota tecnica che accompagna il documento, il servizio sarà erogato automaticamente (il cliente, quindi, non dovrà fare nulla) ai piccoli clienti ancora riforniti o a quelli il cui contratto di mercato libero risulterà risolto: insomma, chi ha scelto un’offerta sul mercato libero ancora valida non potrà optare per il servizio di salvaguardia. La tariffa che il cliente pagherà verrà appunto stabilita in sede di asta, ma c’è una cosiddetta ‘componente aggiuntiva’ che verrà applicata dopo dodici mesi per le famiglie e dopo sei per le imprese, in modo di ‘convincerle’ a sbarcare finalmente sul mercato libero.
E’ anche previsto che, a tutela del cliente, “in esito all’attivazione del servizio, l’esercente la salvaguardia debba inviare ai clienti finali un’apposita comunicazione, con il fine di agevolare la loro comprensione sulla natura e sulle caratteristiche distintive del servizio in questione, esplicitando anche la loro facoltà di poter passare in ogni momento sul mercato libero”: insomma, è vero che il cliente non deve fare nulla, ma non può non essere informato. Anche perché l’esercente potrà proporgli un’offerta libera, a patto di mostrargli il confronto di quanto spenderebbe in un anno accettandola o rimanendo nella salvaguardia.
Foto: Punto-Informatico.it
Articolo: notizie-tiscali.it