Mentre in Senato si approva la manovra, in cui 21 miliardi su 35 sono stanziati per contrastare gli effetti del caro energia per i prossimi tre mesi, nel decreto Milleproroghe arriva una misura che avvicina la fine della tregua sancita la scorsa estate dal governo Draghi fra fornitori e clienti: la proroga fino a giugno 2023 della sospensione delle modifiche unilaterali ai contratti di luce e gas non copre i rinnovi dei contratti in scadenza. Pertanto le società fornitrici potrebbero modificare le condizioni generali sul prezzo, solo rispettando il preavviso di tre mesi. Pertanto migliaia di famiglia si potrebbero veder ritoccato al rialzo il prezzo dell’energia. È l’effetto della sentenza del Consiglio di Stato che il 22 dicembre ha annullato lo stop che l’Antitrust aveva deliberato all’indirizzo delle principali società fornitrici di luce e gas naturale sul mercato libero accusate di aumenti di prezzi ingiustificati.
Come denunciava nei giorni scorsi Assoutenti la decisione si applica a milioni di famiglie che tra il 2020 e il 2021 hanno firmato contratti di forniture a prezzo bloccato che si avviano ora alla loro naturale scadenza, e potrebbero subire ora un abnorme aumento delle tariffe. “Si tratta di quelle stesse società che, al 30 novembre 2022, non avevano pagato la tassa sugli extraprofitti, tant’è vero che, a fronte di 10,9 miliardi di euro di entrate previste, il ministro Giorgetti ha stimato che ne siano stati versati solo 2,7” denuncia il co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli. La Camera d’altronde ha ridotto la platea dei soggetti su cui si applica la tassazione straordinaria sugli extraprofitti, limitandola alle società con almeno il 75% dei ricavi dall’energia, con un minor gettito stimato di circa 18,2 milioni di euro per il 2023.
Fin qui insomma le cattive notizie: ma allora cosa ha fatto il governo per limitare il caro energia? Fra le misure previste ci sono il rafforzamento del bonus Luce e gas con la soglia Isee aumentata da 12mila a 15mila euro, il credito di imposta per le imprese energivore, l’Iva ridotta dal 22% al 5% per il metano e il teleriscaldamento. Misure che si aggiungeranno alla proroga dell’azzeramento delgi oneri di sistema per luce e gas e la riduzione al 5% dell’IVA per il gas.
Tuttavia molte delle misure nella legge di bilancio sono state previste o prorogate solo per il primo trimestre del prossimo anno. Un inverno relativamente mite sta favorendo le famiglie ma il pagamento delle bollette per i più bisognosi si farà sentire in modo drammatico dopo l’inverno. Eppure c’è una buona notizia.
Dai mercati arriva questa volta una mano con la caduta del prezzo del gas che sulla piazza di Amsterdam ha chiuso a 81,3 euro al MWh, dopo aver toccato un minimo a 76,2 euro. Un valore quest’ultimo raggiunto l’ultima volta lo scorso 11 febbraio, quando l’attacco della Russia all’Ucraina era solo la peggiore tra le ipotesi, ma ancora sopra di oltre il 12% rispetto ai prezzi dello scorso gennaio, già a loro volta gonfiati dall’aumento della domanda da parte della Cina.
A fermare la speculazione non è più l’accordo sul tetto massimo raggiunto in seno all’Ue lo scorso 19 dicembre, quanto piuttosto l’andamento favorevole del clima che ha permesso di non intaccare le riserve europee di gas e addirittura di aumentarle. A questo si aggiungono i forti venti, che stanno incrementando la produzione di energia elettrica dei campi eolici situati nel Nord Europa, riducendo il consumo di metano per la generazione. Proseguono poi le consegne di Gnl, il gas naturale liquefatto, che insieme ai flussi dal Nord Africa e dal Medio oriente, consentono all’Europa di fare a meno dell’apporto russo, grazie anche alla posizione centrale assunta ormai dall’Italia che oggi è in grado di esportare quasi 1/4 di quanto consuma. Del gas importato oggi, oltre 0,65 TWh arrivano dall’Algeria 0,28 TWh dal rigassificatore di Cavarzere (Rovigo), 0,26 TWh dall’Azerbaijan e più di 0,15 TWh dal rigassificatore di Livorno. In coda la Libia e la Russia, con 0,11 TWh ciascuna, il Nord Europa con 0,1 TWh e il rigassificatore di Panigaglia (La Spezia) con 0,06 TWh.
Ora ci si chiederà come mai se il prezzo del gas cala sia per clima che per rallentamento economico, sono previsti incrementi dei costi delle bollette. In effetti può sembrare un controsenso visto quanto detto fino ad ora ma con l’inizio del mese di gennaio 2023 arriveranno i nuovi prezzi per il servizio di Maggior Tutela oltre che degli adeguamenti di prezzo degli indici del mercato all’ingrosso (il PUN per la luce e il PSV per il gas) a cui si “agganciano” la maggior parte delle offerte del Mercato Libero.
In particolare per quanto riguarda l’energia elettrica è previsto un calo dei prezzi (di circa il 25%) per il primo trimestre del 2023 rispetto alle quotazioni attuali molto elevate nel mercato tutelato con l’ultimo aggiustamento fatto a fine settembre, quando i prezzi di riferimento internazionali avevano raggiunto picchi storici. Per il gas invece si andrà incontro ad un aumento del 20% e sarà valido per i consumi registrati a dicembre 2022 (il nuovo meccanismo, introdotto ad ottobre 2022, prevede che il prezzo sia fissato nel mese successivo e non in anticipo) e potrebbe aggirarsi intorno a 1,48 euro al metro cubo.
Articolo: Today.it