La crisi di governo evoca il fantasma dell’aumento dell’IVA. Se davvero l’imposta sul valore aggiunto salisse al 25,2% nel corso del 2020, a risentirne di più sarebbero gli utenti in regime di maggior tutela, con fatture della luce gonfiate del 9,39%. Prezzi maggiorati ma non di troppo invece, per i consumatori passati a un’offerta del mercato libero. L’ultimo studio SosTariffe.it ha simulato i rincari delle fatture luce e gas in caso di aumento della pressione impositiva.
Per evitare l’aumento dell’IVA servirebbero 23,1 miliardi solo per il 2020. Quindi se non si innalzano altre imposte, non si taglia la spesa o incrementa il deficit, dall’1 gennaio l’aliquota ordinaria salirà dal 22 al 25,2% e quella ridotta dal 10 al 13%. Tutta ‘colpa’ delle cosiddette “clausole di salvaguardia” che stabiliscono l’incremento automatico di Iva e accise, in caso non si raggiungano determinati obiettivi di bilancio, in particolare quelli imposti dall’Ue.
Di quanto aumenterebbero le bollette di luce e gas? In base ai risultati dell’indagine, a risentire di più dell’aumento dell’IVA sarebbero gli utenti in regime di maggior tutela. Sulle fratture residenziali della corrente elettrica a oggi si applica un’imposta valore aggiunto del 10%. Il prelievo fiscale, in caso di esercizio provvisorio, salirebbe al 13%. Ne è emerso che, se nel corso del 2019 il consumatore considerato aveva una spesa annua per la luce di 628,32 euro, con l’eventuale innalzamento IVA, nel corso dell’anno 2020 spenderebbe la bellezza di 687,30 euro (circa il 9,39% in più). Lo studio ha rilevato invece, che l’aumento del prelievo impositivo graverebbe meno su un consumatore del mercato libero. Un utente, con i medesimi consumi, il quale usufruisca di una fornitura di corrente elettrica ai prezzi del mercato libero, in media, con l’offerta più economica, spende all’anno 492, 48 euro. Nel 2020, in caso di aumento dell’iva, ne spenderebbe invece 505,10 euro (“solo” il 2,56% in più).
Diversa la situazione per le bollette del gas, che contrariamente a quelle della luce, non risentirebbero tanto degli aumenti IVA. A oggi per un consumo di gas compreso entro i 480 metri cubi l’anno, l’IVA applicata alle fatture è pari al 10% e rischia di salire al 13%. Mentre invece, per consumi maggiori ai 480 metri cubi, imposta sul valore aggiunto applicata oggi è pari al 22%, e in caso d’incremento, salirebbe al 25,2%. Le tariffe attuali, per un consumatore tipo in regime di maggior tutela con un consumo annuo di 1400 metri cubi di gas, si traducono in bollette per 1067,24 euro annuali. La cifra da spendere nel corso di un anno intero invece, in caso di aumento dell’IVA, salirebbe a 1091,92 (circa il 2,31% in più). Anche su un consumatore tipo che ha aderito a un’offerta del mercato libero con lo stesso fabbisogno di gas annuale, l’aumento dell’Iva non inciderebbe più di tanto. Se le bollette di un intero anno si aggirano ora sui 987, 87 euro, nel corso del 2020 schizzerebbero a 1009,37 (circa il 2,18% in più).
Articolo a cura di: ildomaniditalia.eu
Foto: Tiscali notizie