Il 46% delle famiglie non riesce a mantenere la casa calda d’inverno: bollette in aumento del +35% in due anni

In Italia oltre 2,2 milioni di famiglie vivono in condizioni di povertà energetica, e la quota è cresciuta di circa il 25% negli ultimi due anni a causa dell’aumento dei costi e della stagnazione dei redditi. La spesa media per luce e gas delle famiglie vulnerabili è aumentata del +35% tra il 2021 e il 2023 e in molti casi l’incidenza supera il 15% del reddito disponibile, ben oltre la soglia di sostenibilità stimata al 10%. È quanto emerge dall’indagine, presentata in occasione della conferenza finale del progetto CircE e condotta dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio per UNC (Unione Nazionale Consumatori), ADOC (Associazione Difesa e Orientamento Consumatori) e Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori), con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’analisi evidenzia l’estensione del fenomeno e le principali criticità legate a redditi, condizioni abitative e conoscenza delle misure di sostegno.

L’evento conclusivo, svoltosi a Roma presso la sede INFAP e moderato dal giornalista Federico Ruffo, ha riunito rappresentanti delle tre associazioni, esperti, istituzioni e operatori territoriali per fare il punto su 18 mesi di attività dedicate alla prevenzione della povertà energetica e alla promozione di comportamenti sostenibili.

Famiglie e territori più colpiti L’incidenza della povertà energetica si attesta in media tra l’8% e il 10% delle famiglie italiane, ma raggiunge oltre il 20% nel Mezzogiorno e nelle aree interne. Le situazioni più critiche riguardano i nuclei monoreddito, le famiglie numerose con figli minori e gli anziani soli, spesso costretti a ridurre o rinunciare al riscaldamento.

Il 46% delle famiglie vulnerabili dichiara di non riuscire a mantenere la casa calda d’inverno o fresca d’estate, mentre il 22% ha dovuto limitare l’uso degli elettrodomestici per contenere la spesa. Il 58% vive in abitazioni costruite prima del 1980, prive di adeguato isolamento, e solo il 28% ha effettuato lavori di efficientamento negli ultimi cinque anni, in gran parte grazie a bonus o incentivi pubblici.

Consapevolezza ancora bassa La ricerca segnala anche una scarsa conoscenza delle misure di sostegno: solo il 31% delle famiglie conosce nel dettaglio bonus e agevolazioni per l’efficienza energetica, mentre un cittadino su due giudica troppo complesse le procedure di accesso. Il 40% non ha mai ricevuto informazioni da enti locali o fornitori di energia.
Questo deficit informativo alimenta un circolo vizioso che penalizza proprio chi avrebbe maggiore bisogno di sostegno.

Effetti sociali e ricadute economiche Il disagio non è solo economico ma anche psicologico: oltre il 60% delle famiglie coinvolte segnala stress e ansia legati all’impossibilità di far fronte alle bollette. Tra i nuclei in povertà energetica, il 70% dichiara di aver ridotto la spesa alimentare o sanitaria per poter pagare le utenze, con effetti diretti sul benessere e sulla qualità della vita.
Donne e anziani soli risultano le categorie più esposte.

Il contributo di Rete Assist e delle AACC Accanto all’analisi statistica, Rete Assist ha curato una sperimentazione in quattro città – Bologna, Roma, Torino e Reggio Calabria – monitorando i consumi di alcune famiglie campione e promuovendo comportamenti virtuosi, come lo spegnimento degli apparecchi in standby, l’uso più efficiente degli elettrodomestici e una corretta regolazione della temperatura dei climatizzatori. L’iniziativa ha dimostrato come anche piccoli accorgimenti quotidiani possano incidere sui consumi e migliorare la consapevolezza energetica dei cittadini. Il progetto CircE ha attivato sportelli informativi e formativi sul territorio nazionale, formato oltre 100 operatori TED (Tutor dell’Energia Domestica) e intercettato più di 800 casi diretti di vulnerabilità energetica attraverso consulenze personalizzate e azioni di sensibilizzazione. Sono stati inoltre distribuiti oltre 10.000 materiali informativi tra guide, brochure e consigli pratici.

Massimiliano Dona, presidente di UNC (Unione nazionale consumatori): “CircE ha rappresentato un modello concreto di collaborazione tra associazioni, istituzioni ed enti di ricerca – ha dichiarato Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. In un contesto in cui la povertà energetica colpisce ancora ogni giorno troppe famiglie, abbiamo costruito una rete capace di ascoltare, informare e accompagnare i cittadini verso scelte più consapevoli”

Anna Rea, presidente di Adoc (Associazione Difesa e Orientamento Consumatori): “La povertà energetica è una delle nuove frontiere della disuguaglianza. Con CircE abbiamo dimostrato che, formando cittadini e operatori, anche un comportamento individuale più virtuoso può contribuire a ridurre, almeno in parte, il peso del costo energetico”.

Martina Donini, presidente di Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori): “Questa esperienza ci ha permesso di tradurre la sostenibilità in azioni concrete, vicine ai bisogni reali delle persone. Ora il passo successivo è mantenere viva la rete di supporto creata con il progetto”.

Articolo: Borderline24.com 

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