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Bollette luce, perché utilizzare la lavatrice di notte non serve più per risparmiare

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Bollette luce, perché utilizzare la lavatrice di notte non serve più per risparmiare

Postato da: Francesca Emilio
Categoria: Notizie

Utilizzare la lavatrice di notte, stirare nei giorni festivi e aspettare ad accendere il forno dopo le 19? Tutto inutile. Le tariffe multiorarie delle bollette della luce non fanno spendere meno rispetto alla tariffa mono-oraria. Il risparmio che può ottenere oggi chi si sforza di concentrare i consumi quando la domanda energetica è minore (le fasce F2 tra le 7 e le 8 del mattino e tra le 19 e le 23 dal lunedì al venerdì e dalle 7 alle 23 il sabato ed F3 tra le 23 e le 7 del mattino dal lunedì al sabato e tutto il giorno di domenica e nei giorni festivi) non è più quello di qualche anno fa. Anzi, ormai è diventato trascurabile. Secondo un’analisi di Selectra, la differenza tra tariffa monoraria e bioraria si è ridotta progressivamente dal 9,4% del 2007 all’1,1% (al massimo) di quest’anno. La metà degli italiani non lo sa: il 43,6% si dichiara tuttora molto attento alle fasce orarie.

L’energia solare ha cambiato il mercato
Qual è il motivo? «La diffusione delle energie rinnovabili – spiega Flavia Masci, responsabile energia di Selectra Italia – che hanno appiattito il picco di prezzo registrato in passato durante le ore di punta». A contribuire a questo cambiamento del mercato energetico è stato, in particolare, il fotovoltaico. Se nel 2012 in Italia avevamo 13 Gigawatt di potenza installata, a metà 2024 è cresciuta oltre 30 GW. La produzione e l’immissione di energia fotovoltaica avviene quando c’è il sole e di conseguenza nelle ore diurne il fotovoltaico sostituisce sempre di più le centrali alimentate a fonti fossili (quasi del tutto a metano). Nel frattempo, il prezzo del gas è aumentato (oggi siamo intorno a 40 euro a megawattora, il doppio di tre anni fa, e abbiamo toccato i 350 euro ad agosto 2022), facendo salire il costo della produzione termoelettrica.

Un sistema più intelligente sarebbe quello di premiare chiedendo prezzi più bassi il consumo dell’energia elettrica nei momenti di maggior disponibilità. Esiste un meccanismo, chiamato Demand Response, basato sulla disponibilità e flessibilità del consumatore ad aumentare o a ridurre i propri consumi energetici a seconda dei picchi di domanda o di offerta del mercato elettrico. Un modello a cui guardare, secondo Selectra, è quello della Spagna dove esiste già un mercato con 24 prezzi orari ogni giorno che variano a seconda della domanda e dell’offerta e con i quali il consumatore può orientarsi. Secondo i dati dell’Autorità spagnola CNMC (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia), il 32,7% delle famiglie ha tenuto molto conto della differenza dei prezzi nelle diverse ore del giorno.

I benefici ambientali
Il prezzo orario porterebbe anche benefici ambientali: il consumatore in grado di sapere attraverso il contatore elettronico in quale momento della giornata la produzione da fonte solare (o eolica) è maggiore potrebbe sfruttare meglio l’energia pulita e decarbonizzata prodotta, «mentre – spiega Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia – quando si consuma energia prodotta da centrali termoelettriche si emette quasi mezza tonnellate di Co2 ogni megawattora, pari a mezzo chilogrammo per kilowattora. Come esempio, una lavatrice piena con lavaggio a 40 gradi consuma un kilowattora». E con il piano nazionale energia e clima (Pniec) predisposto dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica le fonti rinnovabili sono destinate ad aumentare di 74 Gw per arrivare entro il 2030 a 131 gigawatt complessivi (79 con il fotovoltaico, 28 con l’eolico, 19 con l’idroelettrico, tre con le bionergie e più di uno con la geotermia).

Articolo di Fausta Chiesa: Corriere.it