«La decisione finale — spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia — è attesa nei prossimi giorni dall’Arera (autorità di regolazione per energia, reti e ambiente ndr) in base alle dinamiche dei prezzi sui mercati internazionali, dove è in atto, in effetti, una piccola crisi causata dalla concomitanza di scarsità di offerta, di ripresa dei consumi e di politiche ambientali restrittive». A preoccupare sono i prezzi del gas. «I prezzi del gas — spiega — sono quasi raddoppiati rispetto alla scorsa primavera quando fu fatto l’ultimo adeguamento, mentre il caldo sta spingendo sui prezzi dell’elettricità per i maggiori consumi per condizionamento e, in parte, per ripresa economica».
C’è poi una minore produzione da fonti rinnovabili. «Il che spinge proprio sulla domanda di gas delle centrali elettriche, mentre l’offerta ha problemi per basse scorte dallo scorso inverno e per riduzioni dalla Russia e dalla Norvegia. La spinta più rialzista giunge dai prezzi della CO2 che hanno raggiunto record a 55 euro per tonnellata, il doppio di fine 2020, sulla spinta degli impegni sempre più stringenti dell’Unione Europea sul taglio delle emissioni dei gas serra», conclude.