Periodicamente tutti i cittadini si devono confrontare con la bolletta della luce. Sebbene sia un documento difficile da leggere, basta conoscere una serie di definizioni e voci di spesa per comprenderlo. In questo modo, è possibile ottimizzare i propri consumi di energia elettrica e quindi a risparmiare. Lo schema e le informazioni contenute nella bolletta sintetica dell’elettricità sono fissi e non dipendono dal proprio fornitore (che sia esso Enel Energia, Eni o Edison). Sono stabiliti dall’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. La bolletta è composta da varie parti che si riferiscono ai dati della fornitura, ai costi fissi e variabili dell’energia, ai consumi fatturati e stimati per fasce orarie e all’eventuale addebito del Canone Rai. Andiamo a esaminarle nel dettaglio.
Nella prima pagina della bolletta elettrica sono contenuti i dati del cliente e le informazioni riguardanti la fornitura e il contratto stipulato con il fornitore. Vediamo uno per uno tutti i punti:
Il costo totale della bolletta elettrica dipende dalla somma di una serie di importi, alcuni fissi (che non dipendono dal fornitore scelto ma sono stabiliti trimestralmente da Arera), altri variabili (che vanno in base al contratto stipulato). Bisogna distinguere innanzitutto tra il costo medio unitario della spesa per la materia energia (ovvero il costo di un kWh tenendo conto delle spese fisse di fornitura e gestione) e il costo medio unitario della bolletta (il costo di un kWh al netto di eventuali voci di costo variabili o una tantum, come accrediti/addebiti, more, contributi di allacciamento ecc). La seconda pagina della bolletta della luce elenca quindi tutte le voci di spesa che vanno a costituire l’importo dovuto. I clienti interessati possono sempre chiedere all’impresa di ricevere, insieme alla bolletta, gli elementi di dettaglio, cioè un documento aggiuntivo che riporta per ogni voce di spesa i prezzi unitari (ovvero quello che si paga per ciascun kilowattora consumato), le quantità fatturate e i relativi importi da pagare. Vediamo quali sono le voci riportate in questa parte del documento.
La voce “spesa per la materia energia” è composta da:
La tariffa corrispondente alla voce “spesa per il trasporto e la gestione del contatore” può variare ogni trimestre ed è composta da:
La voce “imposte” comprende:
Consumi fatturati e consumi stimati: differenza e come leggerli
In questa sezione della bolletta sono indicati tutti i dati registrati dal contatore che sono stati letti dal distributore (letture rilevate), comunicati dal cliente (autoletture) o stimati (letture stimate). Per consumi rilevati si intende l’insieme dei kWh di energia elettrica che sono stati consumati in un determinato intervallo di tempo: corrispondono alla differenza tra la lettura registrata all’inizio del periodo (ad esempio il 1 gennaio) e quella registrata alla fine (ad esempio il 28 febbraio). Equivalgono ai consumi effettivi del cliente in quel lasso di tempo e andranno a essere fatturati in bolletta. Invece, nel caso in cui il cliente non faccia l’autolettura e il fornitore non abbia a disposizione i consumi effettivi, quest’ultimo è costretto a fare una stima presunta dei kWh consumati. Per compiere questa operazione, si basa sui consumi dell’utente nei periodi precedenti, tenendo conto di alcuni parametri, come il tipo di apparecchiature utilizzate dal cliente- Se il consumo stimato sarà poi inferiore a quello rilevato, il cliente dovrà pagare la differenza con una bolletta di conguaglio. Se, al contrario, il consumo stimato risulterà superiore a quello rilevato, il cliente sarà creditore di una somma che verrà scalata dal fornitore nelle successive bollette.
In questa sezione del documento dedicata ai dati registrati dal contatore viene fatta una distinzione tra i consumi effettuati nelle tre fasce orarie previste. È importante sapere che i kWh hanno costi diversi in ognuna di queste fasce, così da poter eventualmente programmare l’utilizzo dell’energia elettrica (ad esempio nell’uso della lavatrice) e risparmiare. Andiamo a esaminarle:
Il costo del canone Rai in bolletta
Se si è titolari di un contratto elettrico, le dieci mensilità del canone Rai (dell’importo complessivo di 90 euro all’anno) vengono pagate direttamente in bolletta. Il canone Rai è automaticamente addebitato sulle utenze elettriche di tipo domestico residenziale (si ricorda che non dovrebbe sussistere più di un’utenza elettrica di tipo domestico residenziale nell’ambito di una stessa famiglia anagrafica). Nel caso in cui una famiglia anagrafica possedesse più immobili oltre a quello di residenza e dato che la cifra è dovuta una sola volta all’anno per nucleo familiare, è necessario compilare il Quadro B della Dichiarazione Sostitutiva pubblicata sui siti www.agenziaentrate.gov.it e www.canone.rai.it. per evitare il doppio addebito. La corretta presentazione della dichiarazione interrompe l’addebito del canone. Inoltre, il contribuente ha diritto a chiedere il rimborso degli importi in eccesso versati precedentemente con l’apposito modello ‘Richiesta di rimborso del canone di abbonamento alla televisione per uso privato pagato mediante addebito nelle fatture per energia elettrica”.
Indipendentemente dal fornitore di energia elettrica con cui si è stipulato un contratto, nella bolletta sono presenti degli elementi periodici:
Articolo: fanpage.it